martedì 28 dicembre 2010

In principio

Michelangelo, la Creazione, Cappella Sistina Roma
L'inizio, per fortuna, è soft. Nel senso che il primo libro della Bibbia è la Genesi, e si parte da una storia semplice da seguire e già conosciuta praticamente da tutti: quella della creazione del mondo in sei giorni, più un settimo per riposare.
Mi sta simpatico un Dio che tra le primissime cose crea le vacanze. Abbiamo una visione simile delle cose belle e importanti nella vita: il cielo, il mare, la natura, gli animali, il cibo, le donne, le vacanze.
Rileggere questo racconto, è un po' come tornare a catechismo in terza elementare. E' una storia facile, che si fa leggere rapidamente e volentieri, ricca di suggestioni visive.
Provo a mettermi nei panni di chi l'ascoltava quando iniziò a entrare nella tradizione dei racconti popolari, probabilmente qualche millennio prima della nascita di Gesù: mi immagino famiglie intere riunite attorno al fuoco, e un abile cantastorie a raccontare di questo Dio che dal nulla creò tutto quello che esiste. Madri affettuose accarezzano i figli sulla testa, osservando con un sorriso pieno di dolcezza gli sguardi rapiti dei loro bambini mentre stanno lì ad ascoltare un vecchio istrione - me lo immagino tipo Vittorio Gassman - che li intrattiene con questo racconto davvero fantascientifico.
Considerando il poverissimo patrimonio iconografico dell'epoca, totalmente privo di filmati, fotografie, libri illustrati, se raccontata con le pause e i tempi giusti, una storia così per un bambino poteva essere davvero grandiosa. Credo che la sua fantasia ne fosse colpita come quella di un bambino di oggi guardando il Signore degli Anelli o Avatar in 3D; un po' come il piccolo Totò Cascio quando per la prima volta alza gli occhi sullo schermo nel buio incantato del Nuovo Cinema Paradiso. Un mondo che prende vita. Wow!
Piccola curiosità/nota linguistica. Da sempre, quando mi era capitato di ascoltare il racconto della creazione, avevo notato che non pareva avere granché senso il passo in cui Dio dice: "Essa si chiamerà Donna perché è stata creata dall'Uomo". Che nesso causale/consequenziale c'è? Grazie alle note, scopro adesso - come in effetti facilmente intuibile, non ci voleva un genio! - che in ebraico i termini usati per Uomo e Donna sono molto simili: un gioco di parole che in italiano suonerebbe più o meno così: "essa si chiamerà Uoma perché è stata creata dall'Uomo". Il che pare decisamente più sensato.

1 commento:

  1. .... E il testo originale dice che Dio voleva creare la razza umana divisa in uomo e donna per farla "simile a noi" non "simile a me" come nelle traduzioni. Inoltre i termini El ed Elohim (dio e dei) sono stati scambiati... Alle origini la divinità era plurale.

    Chissà forse la bibbia era la storia du un dio e una dea, originariamente...

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