sabato 5 febbraio 2011

Giacobbe for president/3: il boss del business

Giacobbe, un Gordon Gekko ante litteram
Scaltro, determinato, pronto a cogliere al volo l'opportunità e a servirsi di ogni mezzo per raggiungere i suoi intenti. Giacobbe, quando si tratta di affari, non ha niente da invidiare a Gordon Gekko, il Michael Douglas re di Wall Street (regia di Oliver Stone) che nel 1988 si meritò anche un premio Oscar.
Ogni epoca ha la sua valuta pregiata: come Gekko accumula milioni di dollari, Giacobbe accumula greggi su greggi di pecore e capre, schiave, schiavi, cammelli e asini, togliendoli a suo zio Labano.
Il testo del capitolo 30 della Genesi non è chiarissimo, ma tra le righe si capisce che lo scaltro nipote escogita un ingegnoso trucchetto, ovviamente sempre con la complicità di Dio. In pratica, ad un certo punto Giacobbe si era accordato per spartirsi i capi di bestiame con Labano: allo zio quelli tutti bianchi, a lui quelli con una macchia o una striatura. Il furbacchione, però, nota che i caproni e i pecoroni maschi, quando vanno in calore, si abbeverano frequentemente (forse per raffreddare i bollenti spiriti? L'autore non chiarisce). Se in quell'acqua Giacobbe intinge un ramo di pioppo, i nuovi nati presentano sempre una striatura o una macchia, e dunque spettano a lui. Miracolo? Stregoneria? Ingegneria genetica? Vallo a sapere. Fatto sta che Giacobbe, quando vede avvicinarsi dei maschioni belli tosti, prepara il ramo di pioppo nell'acqua; se invece i maschi sono rachitici, lascia perdere. Risultato: in qualche anno i suoi greggi striati e macchiati sono sempre più numerosi e robusti, mentre a Labano restano solo quattro bestiacce spelacchiate e magroline. A quel punto, intuendo che a Labano e ai suoi figli cominciano a girare gli zebedei, Giacobbe se ne scappa in tutta fretta con mogli, concubine, schiavi e greggi, sempre protetto dall'occhio benevolo di Dio. Con un palo così, anche il colpo più audace può andare a segno.
Giacobbe si conferma un ottimo affarista anche quando ritorna dal fratello Esaù, al quale aveva rifilato una colossale fregatura una ventina di anni prima (vedi qui). Un regalo sostanzioso può accomodare anche le questioni più antipatiche: Giacobbe lo sa bene, e per ingraziarsi il fratello si fa precedere dai suoi servi che gli portano come 'contentino' da parte sua qualcosa come 200 capre, 20 capri, 200 pecore, 20 montoni, 30 cammelle allattanti con i loro piccoli, 40 mucche, 10 tori, 20 asine, 10 asini. Direi che gli estremi per la corruzione ci sono tutti.
Ma un boss come si deve, all'occorrenza, sa anche essere spietato. Quando sua figlia Dina viene violentata dal principe Sichem, figlio di re Camor, Giacobbe reagisce da perfetto padrino siculo. Lui e i suoi figli all'inizio lasciano correre, anzi fingono di accordarsi con Sichem e Camor: "Voi e i vostri concittadini maschi vi fate tutti circoncidere, ci date la giusta dote, e noi combiniamo il matrimonio tra Sichem e Dina da amici". I grulli accettano. Tre giorni dopo la circoncisione di massa, però, approfittando della debolezza post-intervento al prepuzio dei sichemiti, Simeone e Levi, figli di Giacobbe, entrano a spada sguainata nella città tranquilla, uccidono tutti i maschi, saccheggiano le case e prendono come bottino tutto quello che trovano, compresi donne e bambini. Persino Giacobbe solleva il dubbio: "Ma non avete un po' esagerato?". La risposta dei fratelli è lapidaria: "Non si tratta nostra sorella come una prostituta". Ci manca solo un bel minchia! finale.
In sintesi, rileggendo anche i post precedenti, non possiamo che confermare come Giacobbe sia il nostro candidato ideale, un modello vincente da ammirare, prendere ad esempio e votare perché ci rappresenti. Quale, secondo voi, il suo insegnamento più importante? Rispondete utilizzando il sondaggio sulla colonna di destra.

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