martedì 24 maggio 2011

Un Dio a 24 carati

Dio vuole che gli oggetti per il culto
siano realizzati in oro purissimo
I diamanti, si sa, sono i migliori amici delle ragazze. Dio invece dimostra di avere una spiccata predilezione per l'oro. Chiamalo fesso. Tra i capitoli 25 e 31 dell'Esodo, il Signore invita nuovamente Mosè a salire sul Sinai (e a forza di su e giù, ormai, il nostro eroe è un alpinista più ferrato di Messner), e lo tiene con sé quaranta giorni e quaranta notti. Un sequestro degno dell'Anonima Sarda, che prevede un riscatto particolarmente oneroso: una vagonata d'oro massiccio.
Dio spiega per filo e per segno a Mosè come dovranno essere costruiti l'altare, le vesti e gli oggetti per il culto, come dovranno essere scelti e consacrati i sacerdoti, come celebrare i riti e le offerte: un "Vademecum del bravo israelita" che dall'inizio alla fine ha la lucentezza sfavillante del metallo più prezioso. L'oro puro, come specifica continuamente Dio - che evidentemente ci tiene a non ricevere patacche - è infatti il materiale con il quale devono essere costruiti tutti i rivestimenti e gli ornamenti dell'arca (una specie di cassapanca trasportabile in cui riporre il testo sacro della legge) e dell'abitazione del Signore, ma anche il candelabro a sette braccia e le decorazioni di tutte le vesti dei sacerdoti.
Anche l'argento, comunque, è gradito a Dio: ogni ebreo dovrà versare una tassa di 5 grammi per proteggere la sua vita e non essere colpito da nessun castigo. Messa così, sembra la richiesta del pizzo in perfetto stile mafioso. Del resto, il rituale per la consacrazione dei sacerdoti è un vero e proprio patto di sangue che ricorda molto quelli di Cosa Nostra: ancora una volta, come già avvenuto nel primo rito compiuto da Mosè, il sangue dei tori e dei montoni sgozzati scorre a fiumi, viene cosparso sugli altari, spruzzato su Aronne e sugli altri sacerdoti, con particolare insistenza in alcuni punti specifici (lobo dell'orecchio destro, pollice della mano destra e alluce del piede destro).
Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, Dio consegna a Mosè due tavole di pietra nelle quali il Signore stesso ha scritto tutte le sue leggi. Due le alternative: o le tavole erano in formato cartellone autostradale - e allora povera la schiena del vecchio Mosè - o Dio aveva scritto tutto in caratteri microscopici - e allora poveri i suoi occhi. Che s'ha da fa' per campà a 83 anni...

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