lunedì 20 giugno 2011

Son tutte impure le mamme del mondo

La donna che partorisce è impura.
I figli sono forse 'piccoli diavoli?'
Son tutte belle le mamme del mondo quando un bambino si stringono al cuor, cantava Gino Latilla, trionfatore a Sanremo nel 1954: uno zuccheroso elogio alla fecondità delle mamme italiane, che all'epoca sfornavano una media di 2,33 pargoli a testa contro gli 1,40 di oggi.
Ai tempi del Levitico, il ritornello suonava un tantino differente: Son tutte impure le mamme del mondo, testo scritto da Dio e interpretato da Mosè nel capitolo 12, dove ci viene spiegato chiaramente che ogni donna, partorendo, diventa "impura come se avesse le mestruazioni".
Per capire meglio cosa comporti, sbircio rapidamente il capitolo 15: "Impurità sessuali della donna".
"Quando una donna ha le mestruazioni ed esce sangue dal suo corpo, è impura per una settimana. Chi la tocca resta impuro fino a sera. Ogni letto in cui si corica e ogni sedia sulla quale siede diventa impura. Chi tocca questo letto o questa sedia deve lavarsi i vestiti, fare un bagno e resterà impuro fino a sera. Se un oggetto si trova sul letto o sulla sedia in cui essa si è appoggiata, chiunque tocca quell'oggetto è impuro fino a sera". Altro che superassorbenti con le ali per essere libera e felice come una farfalla, andare a cavalcioni sulla moto, lanciarsi con il paracadute e fare la ruota durante il saggio di danza ritmica: vade retro, femmina sanguinolenta!
Ma torniamo alle prescrizioni specifiche riservate alle puerpere, che dunque tanto per cominciare sono intoccabili e inavvicinabili da chiunque (i neopapà hanno una scusa buona per tirare tardi all'osteria). Nella loro condizione immonda, le neomamme ovviamente non sono ammesse al santuario, né possono toccare un qualunque oggetto sacro.
Curiosamente, l'impurità ha una scadenza diversa a seconda che il neonato sia maschiofemmina: un bimbo renderà la mamma impura per sette giorni prima della sua circoncisione (ottavo giorno), più altri trentatré giorni successivi al taglio del prepuzio; una bimba invece raddoppierà i tempi (due settimane più altri sessantasei giorni). Il detto Auguri e figli maschi potrebbe essere stato coniato come formula propiziatoria tra le donne israelite?
Una volta completato il periodo di quarantena prescritto, la mamma per tornare pura deve portare al sacerdote un agnello di un anno, più un piccione o una tortora per immolarli nel sacrificio di perdono; se è povera e non può permettersi un agnello, può sostituirlo con un altro piccione o un'altra tortora.
Faccio fatica a capire: ma dopo aver portato un figlio in grembo per nove mesi, averlo partorito con dolore, ed essere stata messa al bando - nel migliore dei casi - per quarantuno giorni, di che cosa dovrà chiedere perdono questa povera mamma?

Nessun commento:

Posta un commento

Di' la tua!